Paolo Nani, solo sul palco con un tavolo e una valigia di oggetti, riesce a dar vita a 15 micro storie,  contenenti la medesima trama ma interpretate ogni volta con un ritmo, una sorpresa, uno stile diverso: all’indietro, volgare, senza mani, horror, cinema muto, circo.. Dal gennaio ’92 con oltre 1.200 repliche in tutto il globo per questo piccolo, perfetto meccanismo che continua a stupire, anche dopo averlo visto decine di volte, per la sua capacità di tenere avvinto il pubblico alle sue sorprendenti trasformazioni. “Un distillato di maestria comica, sapienza teatrale, tecnica e inventiva. Il pubblico impazzisce, applausi scroscianti durante e alla fine”. Primo premio United Slapstick – The European Comedy Award, Frankfurt; Primo Premio Roner SurPris 2005 – Carambolage, Bolzano; COPENHAGEN STAGE FESTIVAL 2017, Menzione d’onore a Paolo Nani.

Uno spettacolo di circo contemporaneo dove protagoniste sono le arti circensi tradizionali: monociclo alto, funambolismo, acrobazie, clownerie, acrobatica aerea e pupazzi con domatore!
Due clown in conflitto, bianco e augusto, vi faranno sbellicare dalle risate con innumerevoli voli e cadute, provando ad essere sempre migliori e finendo col non concludere niente. Appare però la Gioventù che lascia in dono la speranza e la freschezza della visione delle nuove generazioni.
Poesia e magia vi circonderanno sotto lo splendido tendone di CircoKrom.

Uno show dinamico, perfetto per un pubblico internazionale di ogni età, con una forte componente acrobatica, musicale e comica, in cui i cinque bravissimi acrobati, equilibristi, sbandieratori saltatori e giocolieri col fuoco, seguendo le bizze di una scalcagnata radio d’epoca che emette musica rhythm’n’blues, propongono in una chiave originale, riprendendo il cult dei Blues Brothers con molte simpatiche gag che prevedono anche il coinvolgimento del pubblico, incredibili piramidi umane, il limbo col fuoco, fantastici salti con la corda e in due cerchi. Musica R’n’B, acrobazie, limbo col fuoco, piramidi umane e tante tante risate!

Questo quintetto fiorentino alla cui guida c’è Gabriele Mori: cantante e pianista, si distingue per il sapiente mix di sonorità che spazia da jazz-swing a balkan music, da una spruzzata di rock psichedelico, a un po’ di blues e dance che sta sempre bene, il tutto condito da un certo gusto per il non-sense. Gabriele Mori: voce e pianoforte, Guido Masi: chitarre, Piero Spitilli: basso, contrabbasso, Andrea Brogi: batteria, percussioni, Nicola Cellai: tromba, effetti. Chi ha avuto modo di ascoltarli dal vivo lo sa: i Ragazzi Scimmia spaccano.

Hip Hop, Funky, Reggae, Elettronica e Pop. L’intento artistico della band è quello di far collimare questi universi musicali al fine di creare una propria personalità artistica. Nel 2016 partecipano al Rock Contest-Controradio e il Capitalent-Radio Capital dove sono selezionati fra gli otto gruppi finalisti. Il 2017  li vede impegnati nella realizzazione del loro primo disco “As We Burnt The Last Tree”. Dylan Lorimer: voce, elettronica e tastiere; Martino Catalani: basso e voce; Niccolò Frassineti: chitarra; Lorenzo Niccolai: batteria e elettronica. Un Groove solido e robusto le cui radici affondano nel fertile terreno della Black Music. A coronare il tutto calde e taglienti melodie vocali si arrampicano agilmente su un groviglio di synth e chitarre.

House band Gherardi: percussioni; Zini: batteria; Bardi: tastiere. Vi invitano con e senza strumenti a suonare e ballare tra i ritmi funky, psichedelici, tribal e imprevedibili sonorità. Oltre all’house band saranno ospiti fiati, chitarre e chiunque voglia approfittare della magia della Jam nel CircoKrom. Una carovana di musicisti e ballerini sul palco!

“Mettere le mani insieme” perchè ogni artista esprime il suo background culturale di provenienza. Strumenti tradizionali come il Djembe e i Doundoun, i krin, il n’goni e la kora diventano il cuore pulsante, sono parte della scenografia ed enfatizzano il viaggio verso una terra lontana spesso a noi sconosciuta. Dai Malinke della Guinea, dai Bambarà del Mali, dai Guere e i Beté della Costa d’Avorio, dai Moré e dai Senoufo del Burkina Faso. Apo Sumbò vuole, inoltre, far conoscere la profonda cultura delle icone e delle maschere che hanno un ruolo sociale ben definito, sono protettrici dei bambini, guaritrici e riportano il benessere nel villaggio.